Aiuto, mio figlio alza le mani!
Buongiorno, ho trovato la sua pagina e vorrei sottoporle un quesito, sicuramente banale, ma che per me sta diventando sempre più importante. Mio figlio mi alza le mani quando dico di no. Lo fa solo con me, con il padre, la nonna o gli zii non lo fa. Ho provato anche a cambiare tattica e a spiegargli il perché io dico no in quel momento o in quel determinato caso, ma non ho ottenuto risultati diversi. Inoltre nn ho aiuto di nessuno, perché se capita davanti ad altre persone queste sono pronte a giustificarlo e a dire che non lo fa apposta, che è piccolo e addirittura delle volte viene coccolato. Ha quasi tre anni, spero che sia solo una fase.
Anonima.
Buongiorno a lei! Nessun quesito è banale per chi lo vive..
Allora innanzitutto ogni volta che il suo bimbo le alza le mani non è da considerare un divertimento (lo dico perché mi racconta che altre persone addirittura lo lodano quando lo fa con coccole). A 3 anni iniziano già a capire cosa si può o non si può fare. Lei sia ferma e quando gli dice un No cerchi sempre di motivarglielo: ad esempio, so che hai fame ma non ti posso dare la merendina adesso perché tra poco pranziamo. Ogni decisione presa va mantenuta mi raccomando. Se vede che lui inizia a picchiarla, le opzioni da utilizzare sono varie:
– cerchi di distrarlo mentre lo fa, ignorando il gesto completamente (se non le fa particolarmente male)
– gli dica “non si picchia. Se la mamma ti dà una sculacciata tu sei contento?” e vedere che reazione ha.
– quando lui le alza le mani, faccia finta di piangere. Lui deve capire che non si tratta di un gioco.
– se lo fa in presenza di suo marito o altri, coloro lo devono sgridare e non ignorare il suo gesto.
– ultima possibilità è il time out: stabilisca un posto dove metterà suo figlio nel momento in cui le fa male (ad esempio uno scalino della scala, oppure lo metta si di una seggiolina lontano da distrazioni come tv ecc). La prima volta che la picchia lo avvisi che se lo rifarà andrà a sedere là. Appena lo rifà, lo porti e lo metta a sedere lì per 3 minuti (1 minuto per ciascun anno del bimbo), senza dare ulteriori spiegazioni. Ogni volta che lui si alza si fa ripartire il tempo e lo si riporta a sedere senza dire nulla. Se sta a sedere senza alzarsi conteggiare i 3 minuti, al termine dei quali lo si va a prendere e gli si dice “la mamma ti ha messo qui perché non devi alzare le mani. Non è una bella cosa e fa male.” Quando gli parla lo faccia mettendosi alla sua altezza mi raccomando. Questa tecnica deve essere usata ogni volta che il bimbo rifà il gesto..anche se si è fuori. Persino suo marito deve farlo.. Serve molta costanza e fermezza.
Non demorda e non si avvilisca..la mamma è lei, non gliela dia vinta. 😉
Spero di esserle stata d’aiuto.
Buona giornata.
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Riporto di seguito la domanda di una mamma:
Sono la mamma di un ragazzino di 12 anni pur seguito dal centro infanizia,dai 3 anni ora abbiamo probemi che non capiamo e gestire.Il problema è a scuola se qualcuno lo prende in giro lui non risponde con un insulto ma con dei pugni poi gli prende uno sfogo d’ira che diventa tanto aggressivo come si fa cpire perche’ lo fa grazie mille vorrei tanto capire il motivo
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Buongiorno Signora,
molto probabilmente suo figlio non tollera bene le emozioni e la frustrazione. Cercate di aiutarlo ad esprimerle facendogli da modello (quando provate emozioni, esprimetele ad alta voce condividendolo con lui).
Ad esempio:
Se qualcosa vi fa arrabbiare, iniziate a dire “Sto iniziando a provare un senso di angoscia, perchè vedo che il mio comportamento non suscita la reazione che vorrei……se quella persona continua a parlarmi così mancandomi di rispetto, sicuramente mi arrabbierò”.
Questi che le ho riportato sono solamente alcuni esempi.
Cerchi di parlare molto con suo figlio, facendogli capire che la soluzione non è mai quella di arrivare alle mani, ma di parlare.
Provi a rigirargli la situazione, chiedendogli come gli altri reagiscono quando lui li prende in giro o come vorrebbe che reagissero nei suoi confronti. Gli chieda come questo suo modo di reagire (pugni) lo fa sentire.
Spero di esserle stata d’aiuto….so che per molti ragazzini le emozioni sono un’argomento difficile da digerire e che piuttosto di parlarne preferiscono passare direttamente ai fatti..anche se poi si sentono male per quel che hanno fatto, o se il loro gesto innesca solamente ulteriore distacco con gli altri.
Qualora dovesse aver bisogno di una consulenza (anche online) non esiti a contattarmi.
Buona giornata! 🙂
mi scuso ho problemi con mio figlio .ha 11 anni . e diventato scontroso a una plestescion e sta sempre a giocare . mi sono stacata e glielo tolta da mezzo perche non capisce che non si gioca tutta la giornata .ma quando non gioca fa dispetti se lo strillo ho lo do uno schiaffo riagisce e alza le mani se gli dico qualcosa subito piange mi dice parole brutte .stAmane voleva mettere la plestescion e io ho detto di no aveva il telefono in mano e .la lanciato a terra e la rotto .poi il fratelllo che ha 5 anni non puo stare vicino che melo picchia sempre come devo fare
Gentile Rosa, La dipendenza da playstation, come da cellulare o da internet è ormai nota e gli effetti collaterali che si riscontrano nei ragazzini (o in coloro che ne soffrono) sono proprio quelli da lei descritti. Parli con suo figlio e gli dica pacatamente che ha notato in lui che è molto scontroso, irascibile, gli chieda cosa c’è che non va, e come potete risolvere il problema assieme. Lui le chiederà sicuramente di reintrodurre playstation e cellulare, ma le consiglierei di desistere dal farlo, almeno momentaneamente. Suo figlio deve “disintossicare” la propria mente da tali dipendenze, e dedicarsi ad altro..ad ascoltare musica, a seguire passioni, fare sport, uscire con amici e persino ad annoiarsi. Quando e se deciderà di reintrodurre la playstation e il cellulare, lo faccia in modo graduale e con tempi limitati. Li concordi con suo figlio (nel limite del possibile e del buon senso ovviamente), ma faccia in modo che vengano rispettati. Se dovesse notare che i comportamenti ansiosi e da eccesso di stimolazione al gioco si ripresentano, ne parli con suo figlio tempestivamente e con serenità, ricordandogli che quel che lei fa e dice è solo per il suo bene.
Le auguro di trascorrere delle buone feste.
Non ho mai letto consigli più errati! Lo metta sullo scalino ma cosa sta dicendo!!!????!!!! Ai genitori leggete la pedagogia e seguite i pedagosti che dispensano dettami dolci ma con regole! Le punizioni non servono!
Salve Sophia,
I dettami dolci ma con regole sono anche questi che ho elencato e che, le piacciano o meno,sono riconosciuti. Se ha letto con attenzione la risposta alla signora del post, quello del time out è stata l’ultima soluzione proposta. E’ noto che il rinforzo agisce più a lungo termine rispetto alla punizione,ma è altrettanto vero che a volte per modificare un comportamento ormai radicato (come nel caso della signora del post), si debba o possa ricorrere ad altre soluzioni.
Parlare col bambino ed usare termini dolci è scontato e bisogna farlo sempre…persino quando si sollevano critiche nei confronti di sconosciuti! 😉
Salve,
Ho un bambino di 7 anni che fa ripetute domande anche su gli stessi argomenti e lo fa per tirare l’attenzione. Sono casalinga e incinta da 4 mesi e ritengo a dire che ho sempre cercato di attenzione lo porto al parco, a spazo con il cane, disegniamo insieme, andiamo con la bici insieme, insomma cerco di stargli vicino ma jn scuola mi hanno detto le maestre che lui fa domande perché vuole attenzione. A volte li dico amore basta domande tanto lo sai le risposte. Non so perché fa cosi. In famiglia ho dei casi simili mio fratello e mio papà eravano così da piccoli ma sono persone normali forse un po troppo precise…. mi dica lei per favore dottoressa cosa devo fare? Molti bambini e anche le maestre lo evitano pure di non rispondere le due domande essecive e esaustive e mi fa male penso pure a lui.
Salve Vittoria, da quanto mi ha detto lei dedica del tempo di qualità a suo figlio, per cui potrebbe non trattarsi di richiesta d’attenzione. Potrebbe piuttosto essere un segnale d’insicurezza o di ansia che, non trovando il giusto modo di esprimersi e sfogarsi, si canalizza nel fare domande delle quali conosciamo già la risposta (azione tranquillizzante).
Provi a parlare con suo figlio, chiedendogli come si sente, che cosa cerca di comunicare (emotivamente) quando chiede reiteratamente le stesse domande. Quando parla con lui, non lo faccia sentire a disagio, ma gli parli della difficoltà che ognuno di noi talvolta ha, nell’esprimere emozioni che poi possono sfociare in un comportamento non congruo. Le faccio un esempio pratico, per essere più chiara: in un momento qualsiasi della giornata (meglio quando è sereno) gli si avvicina e gli parla dicendo ad esempio “Come stai adesso? sai, volevo parlarti di una cosa. Ho notato che a volte mi fai sempre le stesse domande e mi chiedevo se ci fosse un motivo per cui lo facevi, poichè conosci già le risposte.. A me a volte capita che, quando sono agitata o nervosa o eccitata, inizio a parlare velocemente e mi rendo conto che le persone che sono vicino a me mi devono dire più volte di parlare con calma. A te capita qualcosa di simile?”
Questo potrebbe essere un esempio di conversazione..ma ovviamente io non conosco le sfaccettature della vicenda né tantomeno suo figlio.
Spero comunque di esserle stata d’aiuto. Qualora avesse bisogno mi può contattare per fissare un appuntamento, durante il quale potremo scendere nei particolari e capire meglio come affrontare la situazione.
Buona giornata! 🙂
Salve dottoressa, io ho un bimbo di due anni che sta diventando sempre più capriccioso e aggressivo. È sempre stato lagnoso fin dalla nascita ma ora crescendo sta diventando ingestibile. Nell’ultimo anno ci sono stati diversi cambiamenti, ho smesso di allattarlo, sono rimasta incinta è nata la sorellina e l’ho iscritto da poco al nido.
Capisco che per un bimbo tutti questi cambiamenti siano difficili da gestire e che quindi reagisca con violenza ma a volte io e mio marito siamo stremati, tenendo conto che c’è anche la bimba piccola da gestire e con l’allattamento le energie si esauriscono. Purtroppo capita che si litiga e capita anche di sgridarlo e di dargli qualche schiaffo sul culetto, poi ci si pente ma non sappiamo più come comportarci. Non ci ascolta anche se ci sforziamo in tutti i modi di parlargli con calma e ora si ribella anche fisicamente con morsi e schiaffi, e alla fine purtroppo perdiamo anche noi la pazienza. Come dobbiamo comportarci per far sì che si tranquillizzi e ci ascolti in qualche modo? Grazie mille. Maria
Buongiorno Maria,
capisco la frustrazione associata alla stanchezza che traspare dalle sue parole..gestire due piccolini contemporaneamente non sempre è una passeggiata.
Quello che mi descrive è un quadro di moltissimi cambiamenti avvenuti in un breve arco di tempo nella vita del suo bimbo di due anni. Provo a ricapitolare mostrandole il tutto dagli occhi del suo bimbo: in un anno ha smesso di allattarlo (“mamma non mi vuole più?…che succede?”), poi è nata la sorellina (gelosia; le attenzioni che prima erano su di lui ora sono rivolte quasi completamente a lei o comunque non sono più esclusive..), dopo di ché è stato inserito all’asilo nido (è arrivata la sorellina ora io devo andare via..Mi sono comportato male? Non mi vogliono più bene? Non servo più..hanno la mia sorellina..).
Quello che le ho mostrato è stata la possibile interpretazione che ha avuto il suo bimbo di fronte a tutti questi cambiamenti, che seppur per noi possano sembrare quasi irrilevanti, per lui possono avere avuto un significato ben più profondo.
Detto questo tutto è risolvibile con pochi ingredienti: pazienza, costanza, amore e comprensione.
La gelosia è naturale e dolorosa per un bambino piccolo, poiché esso ancora non è in grado di veicolare e gestire nel modo adeguato le proprie emozioni.
Nella vita di tutti i giorni quindi può reagire alla frustrazione che prova arrabbiandosi e facendo in modo di farvi notare tutta la sua disapprovazione.
Anzitutto la prima cosa che le consiglio di fare è di contenere il suo bimbo quando ha queste manifestazioni: se si avvicina a voi o alla sorellina con l’intenzione di fare un dispetto, la prima reazione è quella di sgridarlo, ma questo atteggiamento non funziona (al maggiore non piace il bebè perchè teme che la mamma possa amarlo più di lui, questo lo preoccupa e allo stesso tempo lo fa sentire cattivo. Così sentirsi dire dai genitori che “è cattivo” non fa altro che aumentare la sua gelosia). Cosa fare quindi? Lo “blocchi” abbracciandolo e dicendogli ad esempio: “So come ti senti, ti piacerebbe che non ci fosse la tua sorellina che ci porta via tempo e attenzioni. Ma non preoccuparti che mamma e papà, ti vogliono tanto bene. E anche la tua sorellina te ne vuole tanto”.
Bisogna rassicurare il bimbo sull’affetto che voi genitori provate per lui. Se il bambino stenta a manifestare i propri sentimenti a parole, aiutatelo voi a farlo, facendogli da esempio. Potete dire ad esempio, quando lo vedete nervoso ed in procinto di voler alzare le mani o mordere “So che ti senti arrabbiato con tua sorella e anche con me, perchè continuo a stare con lei, ma non possiamo lasciarla da sola poverina, perchè lei è ancora piccolina e non saprebbe come fare a chiedere la pappa se ha fame, a dirCI (includerlo usando il NOI) che ha male al pancino perchè non sa ancora fare a parlare e può solo piangere.”
Ricordatevi di dedicargli sempre molto tempo…quasi quanto alla sorellina: se le fate il bagnetto, chiamatelo in modo che si senta coinvolto e fate la stessa cosa al contrario: quando dovete ad esempio fare il bagnetto a lui, coinvolgete anche la sorellina, mettendola ad esempio “ad osservare” il fratellino nella vasca da bagna seduta sulla sdraietta. Questo per mostrar loro che per voi genitori sono sullo stesso piano: se baciate uno, fate lo stesso con l’altra; se date un attenzione ad uno, fate lo stesso con l’altro. Devono sentirsi uniti tra loro attraverso la sicurezza dell’amore che gli mostrate voi genitori.
Mi sono dilungata ma spero di esserle stata d’aiuto. Se dovesse aver bisogno non esiti a contattarmi, così potremmo capire ancor meglio come agire.
Stia tranquilla….e consideri che il suo bimbo è nella fase dei conosciutissimi “terribili 2” dove la ribellione ed i capricci la fanno da padrone (è una fase importante nella quale il bambino impara che non è un tutt’uno con la madre, ma un individuo a sé).
Buona giornata e si ricordi, che i suoi bimbi sentono le sue emozioni e le interiorizzano 😉
Salve Dottoressa,
Mia figlia ha 14 mesi è da qualche settimana ai miei NO e a quelli della nonna che bada a lei quando io lavoro alza le mani. Cosa posso fare per farle capire che è sbagliato????
Salve Maria Teresa,
la gestione della frustrazione nei bambini piccolini è complicata,poichè tendono a mal sopportare un rifiuto. Ogni volta che sua figlia prova ad alzare le manine, le dica semplicemente “No. Non si fa. Mi fai male se fai così”. Il tono deve essere fermo ma non severo. Qualora il comportamento dovesse protrarsi col tempo, provi invece a “far finta” di piangere, dopo aver ricevuto la botta. In questo modo la bambina associerà il dare la botta, col dolore provocato. Spero di esserle stata d’aiuto.
Buona giornata! 🙂
buongiorno, sono disperata mia figlia è ingestibile ha 5 anni a casa non si riconosce alza le mani urla sbatte grida. quando decide di infuriarsi per qualsiasi negazione fa delle scene.
ho provato a dirle di non alzare le mani, castigarla, metterla a pensare , contenerla quando lo fa…. ma niente lei non cede …. che faccio
Buon pomeriggio Katia, a 5 anni i bambini iniziano a vedersi come esseri indipendenti rispetto ai propri genitori, per cui ribellioni e dissensi possono assolutamente essere parte di questo processo. Per poterle dare altri consigli mirati mi servirebbero maggiori informazioni a riguardo. Posso però proporle di chiedere a sua figlia cosa voglia comunicare con tale comportamento, cosa c’è che non va, cosa vorrebbe. Instauri un dialogo fatto di condivisione di pensieri, emozioni, aspettative e parlate..parlate tanto.
Se le va, mi tenga aggiornata.
Buona serata.
Buongiorno.. sono una mamma di 32 anni, mio figlio ne ha quasi 8 e ultimamente vedo che si fanno più frequenti questi suoi atteggiamenti che minano il nostro rapporto e la serenità generale della famiglia. Premetto che viviamo con il mio compagno da 4 anni, hanno un bel rapporto anche se a volte si scontrano come tutti i genitori con i figli, non è però il padre naturale che invece vive da un’altra parte e che vede un week end ogni due. Il padre naturale non è mai stato molto presente.
Da quando mio figlio ha iniziato la scuola sono nati problemi più importanti.. lo abbiamo portato da una psicologa che con vari test ha decretato che ha un quoziente intellettivo al di sopra della media ma a scuola.. è uno degli ultimi! Si demotiva subito, appena vede un ostacolo, come ad esempio un compito che gli risulta difficile, piange e si lamenta. Ho provato a stargli vicino, facendo con lui i compiti ma non ascolta, si distrae e si vede chiaramente che è svogliato. Allora ho provato a fargli fare i compiti da solo, spiegandogli solo le consegne ma anche lì, scenate a più non posso! Ho provato a barattare i compiti con le uscite, con i giochi come quest’ultima volta ad esempio. Ho riempito dei sacchi dicendogli che sarei andata a buttare tutto, peluche di compresi ( cosa a cui tiene moltissimo), appena ha visto che stavo uscendo dalla porta con questi, ha iniziato a tirarmi, darmi ginocchiate e pugni e non è la prima volta. Abbiamo sempre cercato di parlare molto con lui e dirgli ciò che è giusto e ciò che è sbagliato..riceviamo sempre un sacco di bugie e scuse che poi però non risolvono il problema che si verifica il giorno seguente. Dove sbagliamo? Cos’è che non riusciamo a vedere?
Grazie infinite
Marika
Buon pomeriggio Marika, suo figlio sta sicuramente vivendo un disagio con se stesso e con la gestione delle proprie emozioni. Parlare con i bambini è molto importante, ma è fondamentale che abbiano anche un modello su come esprimere la propria emotività, come imparare a riconoscerla e a canalizzarla nella maniera opportuna. Quando l’ha vista che stava uscendo a buttare i suoi giochi, lui è stato preso dallo sconforto e dal senso di impotenza di fronte ad un gesto che era più grande di lui… Le punizioni in questi casi sono controproducenti e sortiscono l’effetto opposto a ciò che in realtà si vorrebbe ottenere.
Provi a suddividere assieme a suo figlio la giornata, facendo una tabella con gli orari. Ad esempio h.8:30 sveglia e colazione; dalle 9:30 alle 10:30 compiti; dalle 10:30 alle 12 svago (evitare il più possibile giochi tipo playstation online, youtube…o limitarli a non più di 1 ora complessiva al giorno, non in orario serale); h.12:30 pranzo; dalle 14:00 alle 15:30 compiti; h 16: merenda e così via. Io le consiglio di organizzare i compiti con suo figlio in modo che non vengano concentrati tutti assieme quelli più complicati per lui. Di fronte invece a momenti di frustrazione, li affronti con semplicità, sdrammatizzando e rinforzando l’autostima di suo figlio. Lui probabilmente sente di non essere abbastanza bravo se non riesce al primo “colpo”..lei lo deve rassicurare che ciò non avviene sempre, che anche lei per ottenere qualcosa deve impegnarsi più volte e che sbaglia, una due tre volte..ma non si abbatte perchè è consapevole che solo sbagliando si può imparare. Poi lo lodi molto..lo inciti ad andare avanti e se riuscite, mettete in pratica quanto lui ha imparato nei compiti (ad esempio studia storia…potete guardare un film che parla di quell’argomento e man mano che lo osservate lo commentate ricordando quanto aveva appena studiato).
Spero di esserle stata d’aiuto. Qualora volesse, c’è la possibilità di fissare una consulenza online. Nel mio sito, trova la pagina indicata a tal fine.
Buona serata e se le va, mi tenga aggiornata. 🙂
salve sono denitore di una ragazzina di 15 anni, molto aggressiva dice parolacce a sua mamma aggredisce se viene rimproverata,non da spiegazioni quando deve uscire con le amiche, per farle un esempio ieri sera visto che per l’ennesima volta ha disubidito perche’ voleva andare al mare con le amiche tra l’altro molto distante da dove abitiamo gli ho impedtiito ma lei infischiandosene altamente di me e mia moglie di nascosto ci ando’, le sera senza chiedere nulla a nessuna si prepara per uscire sempre con le sue amichette ma arrabbiandomi non la feci uscire, lascio immaginare la brutta reazione che avuto. non sappiamo piu’ come farci ascoltare non ha e non vuole regole la prego mi dia un consiglio.
cordiali saluti
Buongiorno Salvo,
probabilmente vostra figlia non riconosce la vostra “autorità” genitoriale e lo dimostra mancandovi di rispetto e non rispettando le regole. Durante il periodo dell’adolescenza è indispensabile che le componenti del dialogo, del rispetto e dell’affetto siano sempre presenti. I ragazzi hanno un forte bisogno di potersi sentire autonomi (nei limiti ovviamente) ma nel contempo di essere sostenuti e seguiti adeguatamente. In questo caso è necessario raggiungere dei compromessi; se vostra figlia vuole fare qualcosa e voi glielo volete impedire invece, è bene che le spieghiate sempre la motivazione della vostra scelta e che non le arrivi addosso come una mera imposizione, altrimenti cercherà di disobbedirvi.
Non abbiate paura a darle dei limiti, a “controllarla” (ha 15 anni non 20) quando necessario e a riprenderla quando ne vedete il bisogno, perchè ricordate che vostra figlia ha bisogno che voi siate per lei una guida ed un porto sicuro.
Spero di esserle stata d’aiuto anche se mi rendo conto che l’argomento sarebbe davvero molto ampio.
Qualora voleste contattarmi per un colloquio, rimango a disposizione con sedute in studio e online.
Buona giornata.
Buongiorno,io ho due gemelli eterozigoti di quasi sei anni. Uno di loro è sempre stato più ribelle e quando riceve un no come risposta alza le mani e mi insulta. Le ho provate tutte. Gli ho parlato dolcemente. Gli ho spiegato che fa male e che nn si fa. Mi sono arrabbiata. L’ho fatto andare in camera sua in punizione. Finisce spesso che lui alla fine piange,mi abbraccia echiede scusa e poi si ricomincia.Questo comportamento lo ha sia con il papà che con i nonni anche se con me succede più spesso. Cosa mi consiglia?
Salve Silvia, suo figlio molto probabilmente gestisce male le frustrazioni derivanti dai divieti. Le consiglio di cercare di intervenire nel momento precedente la sua reazione. Le faccio un esempio per essere più chiara: quando nega qualcosa a suo figlio, accompagni alla negazione anche la motivazione per cui dà quella risposta. Se vede che suo figlio inizia ad innervosirsi, con calma e fermezza si abbassa alla sua altezza e gli spiega che capisce che si sta arrabbiando e che per buttare fuori questa rabbia ci sono tanti modi: uno ad esempio è soffiare via con quanto fiato si ha nei polmoni. Nel farlo gli mostri come fare e gli racconti che anche a lei capitava quando era bimba di essere arrabbiata e di non sapere come fare.
Serve costanza e pazienza, ma vedrà che se insegnerà a suo figlio ad esprimere e riconoscere la rabbia e la frustrazione, questi episodi diminuiranno drasticamente.
Spero di esserle stata di aiuto. 😉
Buongiorno ho un figlio di 13 che mi fa morire. È contrario su tutto e se le cose non vanno come dicono lui, inizia a manifestare contrarietà buttando tutto all’aria, molla pugni e sberle. Non so cosa fare. Lui è sempre stato un bambino bravo, mai un capriccio, sempre ubbidiente. Ha iniziato a parlare bene a 6 anni con l’aiuto di un Logopedista e poi non ci sono Stati più problemi. Non so cosa fare e come comportarmi. Mi dite se devo rivolgermi a qualcuno? A chi? E come devo fare nel frattempo per tamponare il problema? Grazie
Saluti.
Marica
Buonasera Marica,
suo figlio è nella fase di passaggio tra la pubertà e l’adolescenza…in questo momento lui sente il bisogno di autodefinirsi come persona ed individuo. Questo però non deve andare a discapito degli altri e soprattutto non deve utilizzare la forza e la violenza fisica per raggiungere i suoi scopi. Provi a parlare chiaramente con suo figlio, in presenza anche del padre, dicendogli che da lui vi aspettate un comportamento più maturo e soprattutto che di fronte a contrasti si usi la parola come mezzo di risoluzione.
Consiglio a lei e suo marito di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta della sua zona per cercare di arginare e di capire l’origine e la motivazione di questo comportamento quanto prima. Qualora volesse fissare un appuntamento con me, oltre a fare sedute online, ricevo a Monte San Vito (Ancona). Trova tutti i miei recapiti nel sito.
Buona serata
Buongiorno, le chiedo un suo consiglio. Ho due bambini uno di 6 anni e una di 4 anni. Il mio bimbo di 6 anni mi sta dando particolari preoccupazioni in quanto le maestre della scuola elementare hanno già richiesto due colloqui in quanto non ascolta le maestre e soprattutto alza le mani ai suoi compagni. Da quando le maestre ci hanno riferito questi episodi gli abbiamo vietato di vedere la tele in camera, l’uso di telefoni e tablet (precedentemente li guardava per un’oretta al giorno). Gli facciamo davvero tante raccomandazioni e gli ho anche fatto un cartellone con i divieti e le cose che si possono fare a scuola. Lui mi dice che non riesce a fare il bravo a scuola. Mi sembra proprio una sua richiesta di aiuto. A casa è impegnativo come bambino ma non alza le mani a noi genitori a volte con la sorellina perchè si litigano un gioco. Ho il pensiero che è colpa mia e/o del papà se lui si comporta così a scuola, forse il modo che abbiamo nel rimproverarlo quando fa qualcosa che non va. Siamo già seguiti da una psicomotricista. Le chiedo un suo aiuto.
Buongiorno Sara,
l’ingresso a scuola è sicuramente un momento molto delicato per i bambini, ed alcuni di loro reagiscono allo stress del cambiamento infrangendo le regole dello stare insieme. Ha fatto bene a riprendere suo figlio per quanto accaduto ma cerchi soprattutto di capirne la ragione. Provi a chiedergli come mai finisce per alzare le mani verso i compagni, che cosa in realtà vorrebbe esprimere? Molto probabilmente non riesce a canalizzare nel modo corretto l’emozione che prova in quei momenti e li sfoga attraverso il canale fisico.
La tv se potete, evitate di lasciarla in camera da letto poichè è solamente fonte di distrazione. L’uso eccessivo di cellulari, tablet e videogame (playstation, nintendo..) è assolutamente sconsigliato a 6 anni se, nel complessivo la durata è superiore ad un ora.
Anche se avete provveduto ad eliminare questa fonte di svago, il messaggio che avete inviato non è stato propriamente coerente: il bambino picchia i compagni…che nesso c’è con il cellulare? A meno che non faccia giochi violenti su questi dispositivi, sarebbe stato più opportuno redarguire il bambino sul comportamento preciso.
Il mio consiglio è di aiutare vostro figlio ad imparare ad esprimere le emozioni incanalandole nelle parole, e per farlo è necessario che i genitori siano da modello. Quindi ad esempio: quando state facendo qualcosa, esprimete l’emozione che vi suscita dicendo “Sono davvero emozionata di andare a visitare quel luogo.” oppure “..Vedere questo tipo di comportamento mi fa davvero arrabbiare.”
Il mestiere di genitore è quanto di più difficile ci sia…quindi forza e coraggio Sara, siate da modelli e vedrà che suo figlio presto cambierà modo di reagire. 😉
Buonasera dottoressa …io e mio marito ci stiamo separando. Da 5 mesi è andato via fregandosene di tutto e mi ha lasciata sola con i miei due bambini una di 9mesi e l altro di 8 anni. Purtroppo vede il papà solo un ora la sera o al telefono ma non c’è un vero e proprio rapporto tra loro. Insomma è come se si è rotto qualcosa . Non c’è più la famiglia e un padre che collabora con me. Io non so come fare soprattutto perché ad ogni no mio figlio diventa matto grida forte ,lo devo rincorrere per tutta la casa e alza pure le mani. Come devo reagire…? E soprattutto cosa devo dire sulla situazione che abbiamo dato che lui sa che io e suo padre abbiamo litigato e non che ci siamo lasciati !
Grazie di cuore
Buone feste !
Essere genitori non è facile..in una fase come quella che state attraversando voi con la separazione, questa difficoltà emerge ancora di più. I bambini purtroppo pensano spesso di essere loro la causa della separazione dei genitori. Dare un consiglio mirato mi è difficile perché di elementi da raccogliere ve ne sarebbero moltissimi.
Sicuramente i bambini sentono molto la distanza del padre e probabilmente la stanno manifestando con atteggiamenti “ribelli”. Parli con suo marito e cercate di farvi consigliare riguardo una separazione il più possibile pacifica, affinchè i vostri bambini ne risentano il meno possibile. Inoltre parlate con quello più grande spiegandogli la situazione, senza però creare astio né metterlo in mezzo usandolo come spesso accade, come merce di scambio o di ricatto. Mettetevi d’accordo su ciò che direte prima lei e suo marito, in separata sede. Tra genitori è fondamentale che venga mantenuto il dialogo per poter essere e continuare anche in un futuro, un punto di riferimento per i vostri figli.
Auguro buone feste anche a lei.
Salve, sono la zia di un bambino di 6 anni, il quale tende ad alzare facilmente le mani, i genitori tutti i giorni gli ripetono di non farlo e di comportarsi bene, sotto suggerimento delle maestre hanno provato a premiare il bambino quando si comporta bene, ma tutto ciò non è servito il bambino non riesce a gestire le sue emozioni e le sfoga usando le mani. Come dovrebbero agire i genitori per aiutarlo??
Buongiorno Mariel, innanzitutto i genitori dovrebbero invitare il bambino ad esprimere oralmente le proprie emozioni, facendogli da modello. Nel momento in cui vedono che il figlio si sta innervosendo, chiedergli che cosa provi (ad esempio: cosa senti? ti fa male la pancia? senti di voler sbattere qualcosa a terra? sei arrabbiato con me e vorresti picchiarmi?). Così facendo si aiuta il bambino a diventare consapevole delle proprie emozioni, che spesso a quell’età vengono somatizzate e non sapendo come sfogarle, le dirigono verso l’impulso fisico. Una cosa molto carina da fare col bambino potrebbe essere quella di costruire con lui il vaso della calma: essendo di origine Montessoriana, trova le istruzioni per farlo ricercandolo in internet.
Spero di averle dato qualche input da cui partire.
Buona giornata. 🙂
Buon pomeriggio Dr.ssa Coatti,
sono una madre di un bimbo di 2 anni ( compiuti a novembre), frequenta il nido da quasi 6 mesi. Le faccio una premessa che ritengo importante: abbiamo fatto il classico inserimento graduale, con la presenza mia o del papà per la prima settimana e poi via via riducendo i tempi della nostra permanenza al nido. Durante questo periodo e anche a termine dell’inserimento, il bimbo ha ricevuto morsi dagli altri bimbi e bimbe, che a dire delle educatrici, erano gesti reiterati di questi bimbi. Questa situazione si é verificata almeno per il primo mese, ne abbiamo visti i segni( sulle mani e sulle braccia).
Da qualche mese e ultimamente sempre più spesso le educatrici ci riferiscono sempre la stessa situazione: nel momento della condivisione di un gioco, mio figlio se riceve un no dal bimbo/a da lo schiaffo o la spinta. E ultimamente questo comportamento lo fa anche con me e il padre se gli neghiamo qualcosa o se lo costringiamo a fare qualcosa come lavarlo al mattino , e magari lui non ne ha voglia, o cambiargli il pannolino.
Cosa facciamo noi? lo rimproveriamo guardandolo negli occhi, manteniamo il punto della decisione presa, qualche volta ho provato la tecnica del finto pianto e in questo caso lui é venuto vicino ad abbracciarmi. Ho provato anche a distrarlo proponendo un gioco diverso. fino ad ora non lo abbiamo mai messo in castigo.
A tal proposito ho chiesto un incontro con le educatrici per capire e osservare il suo comportamento ( non so se ho fatto bene a chiedere il permesso di essere presente) e per agire insieme al fine di risolvere questa situazione. Cos’altro posso fare?
la ringrazio in anticipo.
Buonasera, la fase che sta attraversando il suo bambino è quella conosciuta come “Terrible two”, ossia i “terribili due”. Non sia spaventata da questo nome altisonante, poichè sta a significare semplicemente una fase di transizione durante la quale il bimbo inizia a distaccarsi dalla figura genitoriale e a vedersi come individuo senziente e in grado di prendere decisioni. E’ la fase dei “no”, dei capricci, e talvolta persino della fisicità. Quest’ultima avviene perchè il bambino ancora non è in grado di misurare nè di comprendere la propria emotività, e soprattutto di gestirla, indi per cui la manifesta nel modo più istintivo che conosce.
Quello che avete fatto va benissimo a mio parere e vi consiglierei di continuare così (ci vuole costanza e tanta tanta pazienza). Mi sento invece di farle un appunto rispetto alla sua presenza a scuola: credo che per il bambino sarebbe sicuramente forviante e potrebbe non manifestare la reazione che lei invece cerca di comprendere. le consiglierei invece di chiedere alle maestre il permesso di filmare suo figlio durante l’emissione di questi comportamenti (per questione di privacy non credo che nel filmato possano essere presenti altri bambini, a meno che non riceva la comunicazione scritta di autorizzazione degli altri genitori, ma su questa cosa rimango volutamente vaga perchè la dirigente saprà darle informazioni più corrette in merito)
Buonasera,
Scrivo perché non so più come comportarmi con mio figlio.
G. ha quasi 5 anni, manca di rispetto agli adulti, mi alza mani, urla quando gli viene chiesto qualcosa, sbatte le porte.
So che direte che sicuramente gestisce male le emozioni, ho letto ciò che avete scritto nei precedenti post.
Ma ho provato ogni singola volta a spiegargli il tutto, a farlo sentire sempre amato, a dirgli di soffiare le nuvole quando si sente arrabbiato e gli ho anche fatto capire che con le botte che mi da mi faccio tanto male.
Noto che è molto nervoso, sempre a girare i polsi, toccarsi le dita e stringere i pugni, non vorrei soffrisse di qualche disturbo.
Chiedo consiglio perché la situazione potrebbe sempre cambiare prima di portarlo da uno specialista.
Buonasera,
ha fatto bene a provare tutte le cose che avevo consigliato nei vari post. Gli esempi e le cose da poter fare con un bambino in questi casi sono davvero molte: altri esempi sono il barattolo della calma (Montessoriano), oppure disegnare le proprie emozioni e così via… E’ complementare lavorare persino la comunicazione che i genitori o qualsiasi figure di riferimento presenti, hanno nel rapportarsi al bimbo durante i suoi momenti di nervosismo. Potrebbe essere utile in tal senso, utilizzare una telecamera per riprendere ciò che accade e poi guardare il tutto commentandolo con suo figlio (ad esempio: facciamo un gioco, ora riguardiamo questo nostro filmato e lo descriviamo.. Che cosa volevi farmi capire con questo tuo gesto (ad esempio torcerti le mani)? Il video ovviamente è molto utile anche a lei per avere una visione più distaccata di quanto avviene. So che all’inizio potrebbe esserci vergogna ma mano a mano che passeranno i minuti, vedrà che si scorderà di essere filmata.
Concludo consigliandole comunque di parlarne al suo pediatra o direttamente ad una figura specialistica come lo psicologo, in grado di visionare attentamente suo figlio e di procedere nel caso ad una diagnosi ed eventuale adeguato percorso terapeutico.
Buongiorno Dott.sa, vorrei consigli per comprendere meglio il mio bimbo di 4 anni. Ha reazioni di rabbia e mi picchia in apparenza senza motivo come per “punirmi”….perche’ un mesetto fa mi sono assentata per intervento chirurgico. Il bimbo era preparato da tempo gli ho spiegato bene in modo semplice il tutto ma non l’ha accettato. Poi durante la mia assenza sembrava in apparenza abbastanza sereno ma….al mio ritorno ha iniziato ad avere episodi di forte rabbia che non spiega parlando. Sono riuscita solo a fargli dire che ha paura che io torni in ospedale. La ringrazio molto e saluto cordialmente
Buongiorno Daniela, come ha correttamente analizzato lei nella sua descrizione, suo figlio sta manifestando la paura di perderla e dell’abbandono. Avendo solo 4 anni non sa ancora come canalizzare in modo appropriato lo spavento che ha avuto nel non vederla rientrare a casa per molti giorni consecutivi. Nonostante noi adulti prepariamo al meglio parlando ai bambini di una eventuale assenza, questi faticano a comprenderla realmente finché non la vivono direttamente. Per cui il consiglio che mi sento di darle è di continuare ad accogliere la sua reazione, consolandolo e rassicurandolo e cercando di esprimere a parole ciò che prova dentro. E’ importante che il bambino capisca che la manifestazione delle emozioni, sia pur la rabbia, non vanno represse né considerate sbagliate e socialmente non accettate. Se dovessero ripresentarsi episodi in cui la picchia, lei lo abbracci così da “contenerlo” (senza forza ovviamente) e lo rassicuri.
Concludo dicendole che in commercio ci sono molti libri con storielle adatte a bambini piccoli che trattano le emozioni, tra le quali anche la paura di restare soli, dell’abbandono eccetera.. che potrebbero esserle d’aiuto in questo particolare momento.
Le auguro buona giornata 🙂
Buongiorno dott.ssa,
Forse sarò fuori tema, ma il mio problema è l opposto. Mia figlia due anni ha paura dei bambini da quando al nido un bimbo manesco le ha fatto male. Non vuole salire sui giochi se ci sono altri bimbi e quando la spintonano anche lievemente lei rimane molto male e le vengono le lacrime agli occhi. Non so cosa fare per non farle provare questo disagio.
Buongiorno Sara,
capita spesso che bambini sensibili preferiscano restare in disparte piuttosto di ricevere delusioni da parte dei coetanei. Ciò non toglie che abbiano bisogno ugualmente di interagire con loro. Innanzitutto rassicuri sua figlia (come immagino abbia già fatto) che il bimbo dal quale ha ricevuto una spinta o una brutta parola, è come lei, solo un bimbo, e che quindi può sbagliare..può esprimere a gesti sgarbati ciò che ha difficoltà a far capire a parole, o che magari è stato un incidente. Insomma, in primis, dopo essersi sincerati che sia tutto a posto, tranquillizzarla cercando di “alleggerire” la sensazione di ingiustizia che sua figlia prova. Ciò non significa ovviamente, sminuire ciò che lei riporta e sente. Secondariamente, non la iper-protegga quando viene da lei; mi spiego meglio facendole un esempio: se la sua bimba riceve una spinta e corre da lei piangendo, si abbassi per guardarla e si faccia raccontare cosa c’è che non va. la rassicuri come spiegato sopra e la fortifichi accompagnandola di nuovo a giocare, fermandosi ad osservarla ed incitandola a riprovarci.
Molto spesso i bambini percepiscono la paura dei genitori e l’assorbono come se fosse una cosa giusta da provare. In ultimo le consiglio di iniziare a chiamare un bimbo alla volta (quelli che sua figlia desidera) per farla giocare assieme..poi man mano che il disagio va calando, può aumentare il numero.
Spero di averle dato qualche suggerimento utile. Se avesse necessità di una chiacchierata a quattr’occhi, non esiti a contattarmi. Ricevo a Monte San Vito (An) e online.
🙂
Buongiorno Dottoressa, ho un problema con mio figlio di 5 anni e mezzo…premetto che è un bambino dolcissimo e molto sensibile, ma gioca con le mani.
Si approccia sia con gli adulti che con i bambini alzando le mani.
Da qualche giorno fa capricci per andare a scuola, mi ha detto che non è riuscito a socializzare con i compagni maschietti…ne ho parlato con la maestra e mi ha detto che se alza le mani e normale che viene escluso.
Cosa devo fare? Come mi devo comportare? Io glielo dico in continuazione che non si fa ma evidentemente non basta.
Buongiorno Serena,
talvolta può capitare che i bambini che faticano a comunicare i propri bisogni, provino emozioni frustranti e possano canalizzarle attraverso il corpo. Provi a dire a suo figlio che alzare le mani non serve…lo fermi e gli chieda cosa vuole manifestare, cosa vorrebbe ottenere. Può essere utile inoltre far mettere suo figlio nei panni degli altri, per fargli capire cosa prova un bambino o un adulto quando lui si approccia con le mani.
Si ricordi inoltre che dovete essere voi genitori i modelli, quindi ad esempio ogni volta che provate un’emozione significativamente forte, esprimetela a parole, cosi che lui possa prendervi da esempio ed imparare come fare (ad esempio: “vorrei che papà mi aiutasse a cucinare subito e questo mi fa un pò sentire arrabbiata, ma capisco che prima debba finire di sistemare il garage”).
Le auguro di riuscire nell’intento. Qualora necessitasse, sono a disposizione.
Buona sera dottoressa.
Vi scrivo per il mio nipote che ha 11 anni.
Alla scuola e bravissimo,obbedisce non insulta nessuno, non alza le mani, e molto vivace parla con i suoi colleghi, con le maestre mai avuto problemi con lui alla scuola invece quando arriva acasa iniziano i problemi.. e molto capriccioso, non ha pazienza, vuole tutto e lo vuole sul momento quando lo dice adesso cerco di spiegare. Se sua mamma o sua nonna non gli compre una cosa che lui la vuole,sbate la porta,zgrida,dice delle parolacce alza il mano con pugni e sbele anche verso sua madre e anche con sua nonna.. e stra geloso con mio figlio che ha solo 5 anni,dice sempre ( a me non comprate,a lui comprate) invece non è così, abbiamo sempre cercato di darli tutto per non sentire la mancanza del padre che non è mai stato presente nella sua vita,e i suoi nonni (i miei genitori) effettivamente gli hanno dato il possibile ma anche il impossibile fin da piccolo gli compravano ogni cosa che lui voleva,lui e sempre stato molto molto nervoso ma pensavamo che è l’eta, adesso invece ha ormai 11 anni però il suo comportamento è lo stesso da quando aveva 5 anni,non ascolta a nessuno,se non facciamo come vuole lui distrugge tutto,butta per aria,addirittura prende dei oggetti e c’è li butta incontro.. dottoressa non sappiamo più come gestire la situazione,effettivamente i miei genitori stano male solo per colpa sua,non possiamo avere più tranquillità…abbiamo cercato in tutti modi,togliere il ps,telefono ,parlarli..però non c’è tregua con lui,o si fa come vuole lui,o inizia a distruggere tutto non sappiamo più come fare dottoressa con lui per favore ci dia un consiglio se bisogna effettivamente andare oltre con lui,da uno specialista..come bisogna procedere? Grazie tanto..
Buongiorno,
vi consiglio di confrontarvi in colloquio con uno psicoterapeuta, poiché da quanto mi ha riportato, c’è un problema di fondo sulla relazione famiglia/bambino che non va assolutamente trascurata.